GALLURA: SANTUARI E BANDITI

di Emanuel Domenech

Pastori e banditi

Parigi 1867

Cagliari, Zonza, 2008

in francese: 

by Roberto Gamboni

La regione della Gallura, bagnata su tre lati dal mare, occupa la parte più settentrionale dell’isola; credo che il suo nome sia d’origine serba [sic!]; il suo clima è bello e sano; le sue montagne rinfrescano l’atmosfera; la sua aria è salubre e dolce, tranne che nel periodo delle intemperie; la sua popolazione è amabile, generosa e patriarcale al sommo grado.

Quando un forestiero riceve ospitalità in una famiglia, la padrona di casa gli offre un fiore sulla soglia della porta.

Philippine de La Marmora - Tempio, 1860
Le donne della Gallura sono famose per il talento che hanno di improvvisatrici. Il loro costume è molto elegante, e, anche quello dei pastori ‒ molto numerosi in questa regione ‒ non manca di ricchezza e di originalità.
Philippine de La Marmora - Circondario di Tempio, 1860
Luciano Baldassarre - Pastora della Gallura, 1841
La coltivazione dei cereali, della vite e degli alberi da frutto, molto considerati nella Gallura, dona comunque al paese meno ricchezza rispetto all’allevamento dei cavalli, dei buoi e dei montoni, delle capre e dei maiali; così, in questa provincia, la vita pastorale è più comune e la più primitiva, direi anzi biblica, nella sua organizzazione sociale. Ne darò presto dimostrazione.
Pittaluga-Levilly, coltivatore tempiese, 1826
Pittaluga-Levilly, pastore della Gallura, 1826
Nel bel mezzo delle lande solitarie di questa regione si erge il Monte Santo, ai piedi del quale sorge il villaggio di Luogosanto che può essere paragonato alla Mecca dei galluresi. Il santuario è databile al tredicesimo secolo.

Narra la tradizione che in quell’epoca, due frati francescani, giunti da Gerusalemme, indotti da una visione, si misero in cerca delle reliquie di San Nicola e di San Trano, anacoreti, martirizzati in questo luogo nel 362. Scoperte le reliquie, furono erette nel luogo indicato dai due frati tre chiese, due in onore dei rispettivi santi, la terza dedicata alla santa Vergine. Inoltre gli stessi costruirono personalmente un convento, intorno al quale sorse l’abitato di Luogosanto.

by Aurelio Candido
Durante la festa di questo santuario e di quello ‒ non meno venerato ‒ di Santa Maria di Arzachena, ugualmente nei pressi della valle del Liscia, l’assemblea dei pellegrini si dà a danze accompagnate da canti e da musiche che ricordano i riti delle cerimonie religiose ebraiche e orientali. Ciò non impedisce ai pii pellegrini di ammazzare di tanto in tanto qualche carabiniere e altri soldati del re, venuti alla festa per tutelare l’ordine pubblico.
coll. Francesco Cossu - festa di Arzachena
Luciano Baldassarre - ballo tondo, 1841
Questa zona, in verità, non gode solamente di una natura fra le più romantiche, infatti possiede una quantità davvero impressionante di banditi, pronti a mettere le loro mani sulle proprietà altrui e piantare il pugnale nel cuore sia di un nemico, sia di un uomo che ritengono fastidioso.
Giuseppe Cominotti - saluto tempiese, 1825
Ad ogni modo, i banditi sardi in generale, e quelli della Gallura in particolare, non sono soliti derubare e uccidere tutte le persone che incontrano sul loro cammino. In attesa di fornire qualche dettaglio, più in là, su questa rispettabile classe sociale, darò qualche esempio circa il loro disinteressamento e abnegazione.

Un turista inglese, che attraversava le montagne da Tempio a Longone, si imbatté in una banda di cinque o sei banditi armati fino ai denti che, resisi conto di avere a che fare con uno straniero, lo pregarono di lasciarsi scortare da loro per evitare che gli capitasse qualcosa durante il cammino. Rifiutare era impossibile, e il gruppo di cavalieri si mise in cammino.

Lorenzo Pedrone - Pastore della Gallura, ca 1841
Dopo aver cavalcato per tre ore dentro una foresta, per sentieri poco praticabili, i banditi si fermarono bruscamente, parlarono fra loro a bassa voce e uno di loro si separò dai colleghi e scomparì dietro gli alberi della foresta. L’Ingle­se cominciava a trovare la sua posizione un po’ critica, allorché, attraverso uno spazio aperto scorse un altro gruppo di banditi e capì di non doversi agitare.

La sua scorta era arrivata al limite del suo campo d’azione; dall’altra parte si trovava una banda di nemici mortali con i quali era in atto una guerra senza quartiere. L’uomo che era sparito parlamentava, recando un pezzo di stoffa bianca in mano. La riunione si sciolse pacificamente. La prima scorta lasciò l’Inglese, facendogli molti auguri di buon viaggio; questi attraversò il terreno neutro e fu condotto a destinazione, dal secondo gruppo di banditi, con la migliore deferenza. Né gli uni né gli altri richiesero compenso per le spese del vitto o per il disturbo che si erano presi servendogli da guida, anche a rischio della vita.

by Aurelio Candido
by Antonio Concas
Un’altra volta, una famiglia inglese molto numerosa, come queste sono di solito, seguiva la stessa strada, fermandosi spesso per permettere a una delle signore di comporre su un album qualche disegno del paesaggio. Quando arrivò il crepuscolo erano ancora dentro il bosco, ben lontani da Tempio. Si misero allora alla ricerca di una fattoria o di una capanna qualsiasi dove passarvi la notte. Dopo aver girato in lungo e in largo faticosamente, la famiglia finì per scoprire una piccola casa dentro la quale essi furono ricevuti con la solita ospitalità dei Sardi, e così vantata presso gli scozzesi da coloro che non hanno mai messo piede in Scozia!
by Immacolata Ziccanu
1829 - William Light, Palau
La situazione sembrava delle più piacevoli e metteva di buon umore soprattutto le dame che ridevano spensieratamente; ma la gaiezza fu interrotta dalle grida di uomini che si misero a battere violentemente la porta domandando di entrare. Negargli il permesso equivaleva a vedersi abbattere la porta sotto i colpi. Aprirono. I banditi, armati di fucili e pugnali, entrati, visti i bauli e le valigie, li rovistarono da cima a fondo. Qualcuno della famiglia, sconvolto dalla paura, disse loro queste parole: “Prendete tutto ciò che volete, ma risparmiateci la vita”. A queste parole, i banditi rimisero il loro bottino nei bauli; poi, in piedi, appoggiati sulla canna dei loro fucili risposero: “Noi siamo dei proscritti, ma le leggi dell’onore e dell’ospitalità ci sono sacre”. Su queste parole girarono i tacchi e se ne andarono; gli inglesi, ripresisi dalla paura, terminarono allegramente di mangiare.

Ma siccome i banditi non lasciano mai nulla a metà, ritornarono subito dopo con le loro donne e i loro bambini, in abiti da festa, e si misero a cantare e danzare per rassicurare gli inglesi, per distrarli e far apprezzare loro il soggiorno nelle montagne della Gallura.

Manca di Mores - Danza al suono delle launeddas, 1861-1876
Si ringrazia ed. Zonza e Fozzi per la concessione dell’utilizzo della traduzione

FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI

Disegni, dipinti e litografie dell’800

Philippine de La Marmora, Tempio, 1860, IN Costumi ed abbigliamenti delle popolazioni nel Regno Sardo, 1860 (collezione Della Maria), IN www.consregsardegna.it/biblioteca.asp.

Philippine de la Marmora, Circondario di Tempio, 1860, IN Costumi ed abbigliamenti, op. cit.

Luciano Baldassarre, Pastora della Gallura, ca 1841, IN Luciano Baldassarre, Cenni sulla Sardegna, illustrati da 60 litografie in colore, Torino, Botta, 1841; Torino, Schiepatti, 1843 (rist. Archivio fotografico sardo, 1986, 2003).

Alessio Pittaluga, “Coltivatore tempiese”, ca 1826, IN Royaume de Sardaigne dessiné sur les lieux. Costumes par A. Pittaluga [litografia incisa da Philead Salvator Levilly], Paris – P. Marino, Firenze – Antonio Campani, 1826, rist. Carlo Delfino 2012.

Alessio Pittaluga, “Pastore della Gallura”, ca 1826, IN Royaume de Sardaigne dessiné sur les lieux, op. cit.

Philippine de La Marmora, L’antica chiesa di N. Signora nei pressi del capoluogo di Gallura, ca 1854-1856, IN Luigi Piloni, Memorie sulla terra sarda: tempere inedite di Philippine de la Marmora (1854-1856), Cagliari, Fossataro, 1964.

Luciano Baldassarre, Ballo tondo, ca 1841, IN Luciano Baldassarre, Cenni sulla Sardegna op. cit.

Giuseppe Cominotti, Saluto tempiese, 1825, IN Francesco Alziator, La raccolta Cominotti: raccolta di costumi sardi della Biblioteca Universitaria di Cagliari, ed. De Luca 1963 e Zonza 1990.

Lorenzo Pedrone, Pastore della Gallura, ca 1841, IN Luciano Baldassarre, Cenni sulla Sardegna op. cit.

William Light, Palau, e [Giovanni] Micali, Porto Pollo, 1829.

Manca di Mores, Danza al suono delle launeddas, ca 1861-1880, IN Simone Manca di Mores, Raccolta di costumi sardi, Cagliari, Della Torre, 1991.

Cartoline e foto dell’800 e primi ’900

coll. Francesco Cossu

Foto contemporanee

Roberto Gamboni – Flickr; Aurelio Candido – Flickr; Antonio Concas; Immacolata Ziccanu – Flickr.

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