Curatoria di Balaiana

di Vittorio Angius – a cura di Guido Rombi

NOTA DEL CURATORE. La Gallura superiore, come la definiva Vittorio Angius (ma che oggi chiamiamo Alta Gallura), nel medioevo era divisa in dipartimenti, cosiddette curatorie, a sua volta comprendenti villaggi e porzioni di territorio i cui toponimi medievali (con piccole modifiche linguistiche) e la cui area geografica sono ben riconoscibili nella odierna mappatura giurisdizionale e toponomastica della regione.

I dipartimenti in questione erano otto e si chiamavano Fundimonti, Unàle, Montangia, Canahìli, Balaiana, Gèmini, Taras, Orfili.

Curatorie del giudicato di Gallura - Wikipedia
F. Pinna, Le curatorie dell'Alta Gallura

Caratteri geografici e geomorfologici e fiumi. Piccola regione mediterranea confinante a tramontana e a ponente con la Montangia, ad austro col Canahili, a levante coll’Unale.

Il nome oggi usato a indicare questa regione è Balaiana, storpiato evidentemente dall’antico Balariana, che alcuni lessero Balaniana, chiaro riferimento al popolo dei balari, prossimo dei corsi, che qui abitarono, mentre è ben poco plausibile la tesi del nome Gallura collegata ad un supposto popolo dei Galuri [si veda voce originale].

Balaiana è una regione più pianeggiante che montuosa, circondata da tutte le parti da fiumi e ruscelli: il Carana [il Liscia]; il suo piccolo confluente che chiamano la Vena di Balaiana, nato nella Sarra di Canaìle; il fiumicello di S. Francesco; il Baldo.

La sua superficie può computarsi di 25 miglia quadrate. […]

Izana era un antico villaggio non lontano da Luogosanto.

Presso la chiesetta della Vergine del Rimedio sono pure dei “casanìli”, come dicono i galluresi le case rovinate. […]

Villaggi e popolazioni. La Curatoria di Balaiana comprendeva:

  • Villa Batore, che pagava di feudo lire 6,10
  • Villa Santostefano ” 4
  • Villa Uranno ” 6
  • Villa Nuragi ” 10
  • Villa Vigna maggiore ” 9
  • Villa Telargiu ” 2,10

Della Villa Batore non è conosciuto il sito; lo è però bene quello di Santo Stefano, indicato Sartpene in lingua catalana.

Le sue rovine sopra un colle sono così cospicue, che se ne può facilmente tracciare il piano. Le case erano disposte a forma di trapezio: disposte nei tre lati del perimetro non sommavano a più di venti, e nella quarta linea sembra di riconoscere due grandi magazzini divisi tra loro da un muro interno. Dal numero delle case si può quindi intuire il numero delle famiglie, sicché questo villaggio è da porsi fra i piccoli che in quel tempo, quando la Sardegna non aveva le immense regioni incolte che sono oggi, erano numerosissimi.

Nell’area vi è una grande piazza sulla quale si aprivano le abitazioni, e presso l’angolo di levante sorgeva una piccola fabbrica quadrata detta Lu Palazzu con mura solidissime e pietre quadrate agli angoli e nella metà superiore. Una scala esterna portava al piano superiore, in cui erano aperte due finestre, una più grande dell’altra. Nel piano terra entrava la luce attraverso una specie di feritoia, e si doveva discendere attraverso una scala interna.

È nella tradizione che il vescovo di Civita vi soggiornasse alcune volte per adempiere agli obblighi del suo ministero.

E Uranno, Nuragis, Vignamaggiore, Telargiu, dove erano situati? Per qualcuno Uranno era presso la chiesa di Loreto, Nuragis dove appaiono alcune rovine intorno a San Ubaldo, e Vignamaggiore presso San Lussorio: su Telargiu non si sa nulla.

A questi paesi menzionati nella carta del 1358 aggiungeremo i seguenti, che vediamo compresi nell’area definita del dipartimento: Sùraga, che ha molte rovine e case per metà diroccate, per cui possiamo pensare fosse un grosso villaggio (sorge in quel sito la chiesa di Santa Maria, di antica struttura, e si vede in gran parte distrutta quella di San Simplicio, a cui fu consacrata perché in questo luogo pare che egli avesse trovato asilo nel tempo delle persecuzioni).

Izana era un antico villaggio non lontano da Luogosanto.

Presso la chiesetta della Vergine del Rimedio sono pure dei “casanìli”, come dicono i galluresi le case rovinate. […]

Salto. In questo dipartimento la carta del 1358 non ha notato altro che il salto Congona.

Castello di Balaiana. Sorge sulla sommità del colle di San Leonardo: costruzione solida e di bell’aspetto, a grandi pietre quadre negli angoli e piccole nel mezzo. Il lato maggiore è di circa 15 metri, il minore di 7.

Esso è fondato sopra il piano di una grande rupe; ma non occupandolo del tutto, uno dei lati minori fu eretto di 60 metri sopra un luogo dirupato sì, ma non del tutto inaccessibile; invece lungo il lato maggiore, nel piano, si costruì un secondo muro per rendere più difficili gli assalti.

Dentro la torre sono due mura divisorie parallele ai lati minori, e nello spazio medio sembra di individuare la cisterna.

Prossimamente a questa sorge una cima più piccola, sulla quale è l’antichissima cappelletta di San Leonardo, dove al massimo potrebbero stare 30 persone. Chi voglia salire al castello, non può farlo che da una sola parte attraverso un passaggio nella rupe. La fortificazione continua anche nella pendice, avendo realizzato dei ripari sui luoghi dove era meno difficile il passaggio.

La proprietà del castello di Balaiana fu fortemente contesa tra il giudice di Gallura Costantino e i figli di un tal Comita Spano, che doveva essere uno dei principali signori del regno. Per giudicare del litigio si radunarono i giudici di Cagliari, Arborea, Logudoro e Gallura in Bonarcado l’anno 1147. […]

John Day, carta dei villaggi della Gallura nel medioevo
Taramelli, carta della Gallura interna
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