V.9 – Gettito del grano e segni augurali di felicità

di Maria Azara

Quando gli sposi giungono innanzi alla loro casa sono accolti da una pioggia di fiori e una delle madri, oppure, se partecipano entrambe al corteo, una parente getta sugli sposi il grano e il sale contenuto in un piatto, che viene frantumato a pochissima distanza dai piedi degli sposi, in segno di allegria o quale auspicio di matrimonio fecondo e felice.

Il gettito del grano e la rottura del piatto sono accompagnati da una frase di buon augurio, come: in bòna fultuna sia; Déu vi dia la bòna sòlti; bòna fultuna v’accumpagnia; in ora bòna entriti in casa; filizitai vi dia Déu; fiddóli masci e dinà a calasci (a cassetti) e simili (193).

 (193). A Luras e a Bortigiadas il piatto, oltre al grano e al sale, contiene orzo, fave e denari. A La Maddalena, a Santa Teresa Gallura e ad Olbia, qualcuno continua ancora oggi, come un tempo facevano tutti, a rompere, oltre il piatto contenente il grano, altri piatti, bottiglie e bicchieri.

Mentre nell’interno della casa agli invitati sono offerti dolci, vini e liquori, in più o meno larga profusione, i monelli che hanno accompagnato il corteo e quegli altri che sono accorsi al loro schiamazzo continuano a gridare e ogni tanto vi è qualcuno che, dalla porta o dalla finestra, lancia una manciata di confetti ecc., in misura maggiore di quel che si fa in occasione del battesimo.

Non in città e nei villaggi, ma nelle campagne l’arrivo del corteo nuziale è salutato da salve di fucilate e di mortaretti, in segno di giubilo.

Raramente vengono distesi nastri al passaggio degli sposi, e dove ancora si mettono devono essere tagliati dallo sposo.

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