GOLFO ARANCI

di Alberto La Marmora

Itinerario dell’isola di Sardegna

 Torino 1860

traduzione e cura di Maria Grazia Longhi
Nuoro, Ilisso, 1997 (Bibliotheca sarda, 16)

in francese: 

coll. binari a Golfo Aranci (in facebook)
Quando si esce da Olbia per via di terra, verso nordest, per un certo lasso di tempo si lambisce il bordo settentrionale del porto e si finisce per arrivare ai piedi di una piccola catena isolata, formata da monticelli granitici più o meno in direzione nord-nordest sud-sudovest, la cui estremità orientale è bagnata dal mare. Questa piccola catena termina di colpo in una pianura fatta a guisa di istmo stretto da cui si eleva, sempre verso est, una grande montagna che costituisce il promontorio e il capo Figari.

È nell’ansa formata in questo punto della costa che si trova il grande golfo degli Aranci. Il golfo si sviluppa a sud in semicerchio fino a capo Ceraso, dietro il quale si innalza maestosamente nel mare l’imponente scoglio di Tavolara, come un molo naturale che serve a proteggere da questa parte il golfo dal mare in burrasca. L’ormeggio più frequentato e più sicuro di questo vasto golfo si trova dietro l’isolotto di Figarotto, separato dal promontorio di Figari da un canale stretto ma molto profondo.

by Google Earth
by Salvatore Zizi
Nel punto più alto del promontorio ho compiuto più di un’operazione trigonometrica, sulle rovine di un segnale costruito nel 1792 allo stesso scopo dal defunto colonnello Tranchot. Questo colto ingegnere geografo francese aveva messo le prime basi della triangolazione dell’isola di Corsica e aveva esteso la sua rete su alcuni punti rilevanti della Sardegna settentrionale, fra cui capo Figari. I resti del suo segnale, che ritrovai nel 1836, erano ancora conosciuti dalla gente del paese col nome di Turrione de lu Francese (“Torre del francese”).
by Salvatore Zizi
Tutto questo promontorio è formato da una roccia calcarea di un bianco giallastro, appartenente al Cretaceo. Ai piedi della cima, verso sudovest, c’è una piccola insenatura detta “cala Moresca”, probabilmente perché un tempo fu frequentata dai Saraceni: presenta condizioni ottimali per le piccole imbarcazioni ma non per le grosse navi, che devono attraccare più lontano.

Questo porto naturale può del resto offrire riparo a intere flotte; dall’altra parte dell’istmo verso nord si incontra un’altra baia, denominata “la Marinella”.

Luca Farneti - Cala Moresca e Figarolo
FZA_1970 - Cala Moresca (davanti Figarolo, a sinistra Tavolara)
Mauro Leoncini - Golfo Aranci a sinistra e La Marinella a destra
Il rifugio sicuro che, con il cattivo tempo, i bastimenti possono trovare nel golfo degli Aranci, la forma e l’ampiezza della rada, la buona qualità del fondale e la diretta comunicazione con una grande vallata che penetra nel cuore dell’Isola, hanno accentrato l’attenzione del Governo su questo porto. […]

Mi limiterò a dire qui che ritengo indispensabile un centro abitato nel golfo degli Aranci, perché sul porto, pur continuamente frequentato dalle navi, non si affacciano che due o tre casupole di pastori.

D’altra parte è il solo grande porto di tutta la costa orientale della Sardegna che si incontri da Cagliari al canale di Bonifacio, e dove qualunque imbarcazione che viaggi nel Tirreno tra l’Italia e la Sardegna possa trovare riparo se necessario.

by Sascha Fiori
Ho dimostrato inoltre che il golfo degli Aranci è in posizione tale da consentire che una nave svolga da sola il servizio postale di corrispondenza dell’Isola con il Continente. Partendo in pieno giorno da Genova arriverebbe in giornata a Golfo Aranci dove depositerebbe plichi, passeggeri e merci destinate alla Sardegna settentrionale. In questo modo le navi giungerebbero a destinazione molto più rapidamente di quanto succeda coll’attuale servizio: si eviterebbe la traversata spesso difficile del canale di Bonifacio, così come l’arrivo e la sosta forzata a Porto Torres, sempre funesti per gli equipaggi e spesso anche per i passeggeri.

Facendo al contrario la corsa che propongo, dopo aver depositato a Golfo Aranci tutto quanto sia destinato alla Sardegna settentrionale, la stessa nave continuerebbe il viaggio da nord a sud verso Cagliari, con i plichi, le merci e i passeggeri destinati alla Sardegna meridionale. Tornata a Genova, la nave farebbe lo stesso viaggio in senso inverso, ma in tutte le corse seguirebbe sempre una sola rotta, la più facile. Quando si parte da Genova, infatti, la difficoltà principale è quella di doppiare il capo Corso; una volta superato e una volta che ci si trovi, come dicono i marinai, “in canale”, il resto del viaggio è pressoché assicurato, sia dal punto di vista della sicurezza, sia da quello del tempo prescritto; la nave arriverebbe a destinazione al momento stabilito.

Ciò non potrebbe mai avvenire alla nave di linea di Porto Torres, perché, a meno che non passi ad ovest della Corsica, cosa che presenta più di una difficoltà, dovrà sempre attraversare per lungo e di fronte le bocche di Bonifacio, sia all’andata sia al ritorno, e questa navigazione è sempre difficile, irregolare e spesso pericolosa.

coll. Binari a Golfo Aranci (facebook)
Si ringrazia la casa editrice Ilisso per la concessione dell’utilizzo della traduzione

FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI

Cartoline e foto di fine ’800 e primi ’900

coll. Binari a Golfo Aranci – Facebook

Foto contemporanee

google earth; Salvatore Zizi – Flickr, Luca Farneti – Flickr, FZA1970 – Flickr, Mauro Leoncini – Flickr, Sascha Fiori – Flickr

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