Der Wein, der Weinberg, die Trauben auf Sardinien

Il vino, la vigna, l’uva in Sardegna

von Heinrich Von Maltzan

Reise auf der Insel Sardinien ⇒

1869

[pp. 503-504]. Die Weinkultur möchte auch wohl am Passendsten in dieser Gruppe ihre Erwähnung finden, da wenn auch Reben in den beiden andern vorkommen, doch die besten Erzeugnisse zu dieser gehören.

Die Sardinier teilen die Reben in vier Gattungen, und unterscheiden diese Abarten nach der Form oder Farbe der Trauben.

Die eine hat blaue Trauben mit runden, die zweite rote mit ovalen Beeren, die dritte weiße mit runden, die vierte weiße mit ovalen Früchten.

Die gesuchtesten Weine der ersten Abart sind der Nascu, Monica, Girò und Cannonau, welche im Geschmack mit den starken spanischen Weinen verglichen werden können, ferner die Dessertweine Rosa und Merdulinu.

Die zweite Abart bringt nur Dessertweine hervor, worunter die sogenannte Arina di Gerusalemme der gesuchteste scheint.

Als die besten Weine aus weißen ovalen Trauben bewähren sich Apesorgia bianca, Arina di Angiulus und Muscatello, ebenfalls Dessertweine.

Unter den Weinen der vierten Abart ist die Vernaccia, ein leichter, weißer Wein, welcher viele Ähnlichkeit mit Rheinweinen hat, der berühmteste; leider scheint er sich nicht zur Ausfuhr zu eignen, sonst würde er gewiss bald in ganz Europa ein vielgesuchter Artikel werden.

Ein starker, dem Xeres ähnlicher weißer Wein, der für sehr gesund gilt, ist die Malvasia. Weiße Dessertweine sind Muscadeddu und Arbumanu. Auch gibt es einen fügen weißen Wein, Namens Arretallau, welcher lediglich aus wildwachsenden Trauben gewonnen wird und einen eigentümlichen aromatischen Geschmack besitzt.

Was die Art der Anpflanzung dieses nützlichen Gewächses betrifft, so unterscheidet man auf Sardinien hauptsächlich zwei Arten des Weinbaus; die eine, alla Sardisca genannt, ist die ursprünglich sardinische und besteht darin, dass die Reben in ziemlich großer Entfernung von einander gepflanzt und auf hohem Berüste gezogen werden, wo sie schattige Lauben bilden.

Die andere heißt alla Catalana und wurde erst im späteren Mittelalter hier von den Aragoniern eingeführt; bei ihr werden die Reben dichter gepflanzt und nahe am Boden gehalten, so jedoch, dass die Trauben nicht die Erde berühren. Diese letztere Art soll die ergiebigste sein und die stärksten Weine erzeugen.

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La cultura del vino sarebbe più appropriata menzionarla in questo gruppo, poiché sebbene la vite sia presente anche negli altri due, i migliori prodotti appartengono a questo gruppo. I Sardi dividono le viti in quattro generi, e distinguono queste varietà in base alla forma o al colore degli acini.

Uno ha uva blu con acini tondi, il secondo rosso con acini ovali, il terzo bianco con acini tondi, il quarto bianco con acini ovali.

I vini più ricercati della prima varietà sono Nasco, Monica, Girò e Cannonau, che possono essere paragonati nel gusto ai forti vini spagnoli, così come i vini da dessert Rosa e Merdulinu.

La seconda varietà produce solo vini da dessert, tra i quali il cosiddetto Arina di Gerusalemme sembra essere il più ricercato.

I migliori vini ottenuti da uve bianche ovali sono l’Apesorgia bianca, l’Arina di Angiulus e il Muscatello, anch’essi vini da dessert.

Tra i vini della quarta varietà, il più famoso è la Vernaccia, un vino bianco leggero che presenta molte somiglianze con i vini del Reno; purtroppo non sembra adatto all’esportazione altrimenti diventerebbe sicuramente presto un prodotto molto ricercato in tutta Europa.

Un vino bianco forte, simile al Xeres e molto apprezzato, è la Malvasia. Tra i vini bianchi da dessert ci sono il Muscadeddu e l’Arbumanu.

C’è anche un delizioso vino bianco chiamato Arretallau, ottenuto solo da uve selvatiche e dal sapore aromatico particolare.

Per quanto riguarda la modalità di impianto, in Sardegna esistono due tipologie principali di viticoltura: una, detta alla Sardisca, è di origine sarda e consiste nel piantare le viti a discreta distanza l’una dall’altra e farle crescere su rami alti dove formano pergolati ombrosi.

L’altro metodo è chiamato “alla Catalana” ed è stato introdotto qui solo nel tardo Medioevo dagli Aragonesi. Con questo metodo, le viti vengono piantate più vicine tra loro e tenute basse, in modo che i grappoli non tocchino il suolo. Si dice che questo secondo metodo sia il più produttivo e che produca i vini più forti.

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