Il vino, la vigna, l’uva in Sardegna

di

Paolo Mantegazza

Profili e paesaggi della Sardegna ⇒

1869

[p. 51-52]. Bosa è fra le piccole città della Sardegna una delle più simpatiche: posta sulla sponda destra del Temo, il Temus di Tolomeo, ha vini; oggi nettare di pochi, ma destinati a glorie mondiali; […] Le lingue malediche vi dicono che a Bosa si beve molto; ma e chi non beverebbe di quei vini, degni fratelli del Xeres e del Tintilla di Rota? 

[p. 55]. Lanusey ricca d’acqua ottima e di vini deliziosi, famosa per salubrità;

[p. 117. Ogliastra]. del farmacista di Lanusey, signor Agostino Gaviano, abilissimo fabbricatore di vini;

[p. 136]. Si ti queres santi abba su vinu, se volete esser sani, inacquate il vino. Proverbio molto igienico nella Sardegna che ha vini spiritosissimi.

[pp. 206-207]. L’agricoltura è in gran parte della Sardegna men che bambina, neonata; e i sapienti avvicendamenti e la provvida associazione del campo alla stalla e le irrigazioni e tutte le moderne conquiste dell’agraria vi son lettera morta. L’ulivo vi è educato assai bene in alcune terre; e lo vidi bellissimo a Bosa e a Sassari anche la vite vi è accarezzata con qualche amore; ma dei vini squisiti che distilla tutto il merito è dovuto all’antico ceppo spagnuolo e al sole fecondo di quell’isola.

Eppure nei vini di Sardegna vi è una mina d’oro pressoché vergine ancora; eppure in essi si ha tal varietà e ricchezza di tipi da poter fare concorrenza in una volta sola alla Francia, alla Spagna e al Portogallo. Non è vero quel che ripetono molti, che la Sardegna non abbia che vini spiritosi che accendono il palato e devono essere sorbillati meglio che bevuti.

L’Ogliastra ha vini rossi da pasto da star vicinissimi ai migliori della Borgogna e del Bordelese ed io ho bevuto a Lanusei del vino rosso che meriterebbe una corona civica. In quel paese un operoso farmacista, Agostino Gaviano, fabbrica vini così squisiti, che già furon cercati per l’esportazione transatlantica e degno suo rivale è il parroco di quella città, nella cui cantina abbiam trovati vini che non sdegnerebbe la tavola d’un Lord.

La vernaccia d’Oristano, il moscato di Bosa; i vini d’Alghero, d’Oliena, il Cannonau, il Girò ed altri son tutti vini di lusso che ridotti a tipi costanti troveranno un sicurissimo spaccio sui mercati di Parigi, di Londra e dell’America.

Presso Tempio avete un moscato che è fratello legittimo del Frontignano.

S’accordino i Sardi a migliorare la loro industria vinicola e potranno in pochi anni diventare i primi produttori d’Italia; potranno arricchirsi, onorando la patria comune. Il Governo favorisca l’insegnamento industriale, fondi una scuola d’agraria; chè nel sardo l’amore all’agricoltura è virtù antica, direi nazionale; ma fin qui è ancor sterile, perché non fecondata dalla scienza. Colle mie orecchie ho udito queste parole che con vera commozione diceva un vecchio sardo: Il terreno è nostro padre, è nostra madre, è nostro figlio, nostro fratello; ci dà il denaro senza usura, è il primo e l’ultimo dei nostri benefattori.

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