LA MADDALENA

di John Galt

Il majolo. Un racconto

Londra 1816

A cura di Ernestino Medda

Introduzione di Marcella Garau e Antonello Pitzalis

Nota storica di Tito Orrù

Cagliari, Condaghes, 1996

NOTA DELL’EDITORE

The Majolo è uno dei romanzi meno noti di John Galt, scrittore scozzese vissuto nella prima metà del secolo scorso. Fu pubblicato per la prima e unica volta nel 1816 a Londra in un’edizione composta da due volumi e le rare copie rimaste in circolazione ne hanno fatto un ambito oggetto da collezione.

John Galt, da noi in realtà poco conosciuto sebbene alcuni suoi romanzi vengono ancor oggi pubblicati nei “Classics” della letteratura inglese, è ritenuto uno dei primi e più significativi narratori di vicende della provincia, della vita di piccole comunità incentrate sui loro fatti quotidiani.

coll. Antonio Frau

Le isole della Maddalena erano luminose e distinte intorno a noi. Le montagne della Corsica sembravano più vicine di quelle della Sardegna. “Non torneremo a Sassari”, urlò il Conte, quando aveva deciso di rinunciare all’inseguimento. “Esploriamo queste isole che raramente vengono visitate, e quando ci si presenterà l’opportunità andremo in Corsica. Ci sono stato in passato, la popolazione è selvaggia e bellicosa, ma sono montanari e non sono un popolo inospitale. Al contrario, sono onorati di trattare gli stranieri con gentilezza”. […]

Prendemmo terra alla Maddalena, l’unica isola dell’arcipelago ad essere abitata. La popolazione non superava di molto il migliaio di anime, soprattutto corsi che erano emigrati dopo le disgraziate imprese del famoso Paoli.

Nello Anastasio - Arcipelago di La Maddalena

L’intera superficie dell’isola è ricoperta da ammassi di rocce, rivestite di rocella e la campagna ha un tale aspetto d’irrimediabile desolazione che non posso paragonarla a niente se non a una parte di frammenti di un mondo che è stato distrutto.

Il piccolo villaggio al quale i nostri barcaioli ci condussero era allora, e io penso sia ancora, l’unico dell’isola. Certo, se doveste visitarlo, non vi meravigliereste del fatto che gli abitanti vivono tutti insieme. Nessuno, tranne uno scontroso Maddalenino, si avventurerebbe mai a vivere in quel luogo isolato, tra le disastrose solitudini dell’interno”. […]

Uno dei barcaioli ci precedette al villaggio assicurandoci un alloggio in una delle case migliori. […]

La casa nella quale dovevamo alloggiare si presentava meglio di qualsiasi altra nel luogo, per via dei suoi inquilini che avevano un’apparenza di maggiore operosità. La facciata della casa era imbiancata, alla finestra pendevano parecchi articoli in vendita e su ciascun lato della porta stavano dei barili di tonno, caviale e olive. […]

coll. www.lamaddalena.info

“L’Isola della Maddalena, come vi ho già detto”, continuò il Majolo, “è popolata principalmente da emigranti corsi. Il loro modo di vivere, nel periodo al quale alludo, era ardito, inquieto e piratesco. I capi avevano ricoperto una parte rilevante nelle azioni patriottiche di Paoli: erano discesi dai loro antichi castelli con roboante passo e spirito altezzoso. Il fallimento della sua virtuosa, ma sconsiderata, ambizione li abbandonò alla spietata inimicizia dei vincitori, che li perseguitarono perché erano riusciti a sottometterli. Alcuni dei patrioti, dopo la partenza di Paoli, cercarono asilo tra rocce, foreste e inaccessibili fortezze e furono obbligati a volgere le spade che avevano sguainato per salvare le libertà violate della loro patria contro i loro antichi amici e patrioti per sopravvivere.

Gli occhi della storia non scopriranno mai le atrocità perpetrate nei boschi e nelle caverne della Corsica. […]

La speranza che la sorte potesse cambiare in meglio era andata gradualmente svanendo dalle menti dei fuorilegge corsi e la fosca certezza della completa padronanza che i francesi avevano conseguito alloggiò più scura e più fredda nei loro cuori. La situazione mondiale offriva poche speranze anche per un’impresa militare. A centinaia perirono di fame nelle foreste e nei recessi delle montagne; e quando ai contadini tuttora capita di trovare uno scheletro, piangono quando lo restituiscono alla terra e ricordano che il loro paese una volta era animato dallo spirito della libertà.

Uno dei capitribù, accompagnato da alcuni sudditi, prese dimora nell’isola deserta della Maddalena. In seguito, in breve tempo, parecchi altri sbandati, che avevano intrapreso l’illegale guerra contro i propri amici e i propri nemici, cercarono asilo qui.

Nel periodo in cui visitai il luogo con il Conte Waltzerstein, l’inquieto temperamento dei primi abitanti, un misto di orgoglio mortificato e sete di vendetta, era andato scemando e una più austera energia aveva usurpato il posto dell’entusiasmo patriottico. Tuttavia, rimaneva molto dello Spirito primitivo, poiché esso serviva a dare un’aria di dignità alla loro ferocia spa fornire una ragione plausibile ai modi sregolati ai quali si erano abbandonati.

Essi trattavano lo straniero con militaresca franchezza e ospitalità da clan; ma tra di loro non riconoscevano l’esistenza di alcuna legge e i limiti che la saggezza e la natura hanno consacrato in nome dei legami di parentela erano apertamente violati con spirito di diabolica giocosità. […]

coll. People of Corsica - Facebook
coll. People of Corsica - Facebook

Si ringrazia la casa editrice Condaghes per la concessione dell’utilizzo della traduzione

FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI

Cartoline e foto di fine ’800 e primi ’900

Antonio Frau (Toni Cervo – Facebook), People of Corsica (Facebook)

Foto contemporanee

Nello Anastasio – Flickr

LA MADDALENA E CAPRERA

1828 – Smyth         

1837 – Valery         

1849 – Tyndale         

1858 – Forester         

1860 – La Marmora (La Maddalena)        

1860 – La Marmora (Tra Santa Teresa e La Maddalena)         

1860 – Elpis Melena            

1866 – Mc Grigor         

1869 – Von Maltzan       

1885 – Tennant         

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