SANTA TERESA

di William Henry Smyth

Relazione sull’isola di Sardegna⇒

Londra 1828

A cura di Manlio Brigaglia, traduzione di Tiziana Cardone
Nuoro, Ilisso, 1998 (Bibliotheca Sarda, 33)

in inglese: 

coll. Archivio storico di Santa Teresa
Il capo nord della Sardegna è costituito da un promontorio stagliato e scosceso. Sul suo fianco orientale vi sono le rocce e gli isolotti di [La] Marmorata; la parte occidentale è chiamata Punta Falcone e a circa due miglia a sud-ovest di essa vi è la solida torre rotonda di Longo Sardo, con un’area triangolare cinta e difesa da un muro.
Gianni Careddu - Punta Falcone
Wikimedia - Punta Falcone
Philippine de La Marmora - Santa Teresa di Gallura-Torre di Longosardo, 1854-1856
coll. Archivio storico di Santa Teresa
Porto Vecchio, cioè il porto di Longo Sardo, è un’insenatura sottilissima, con una spiaggia sabbiosa all’estremo sud, vicino alla quale vi è un piccolo molo. L’acqua è abbastanza profonda per uno o due vascelli, ma il vento del nord vi soffia direttamente dentro e all’estremità in estate vi è l’ “intemperie”.
coll. Archivio storico di Santa Teresa
Vicino al camposanto vi è dell’acqua pura, ma quella all’esterno della torre è di qualità superiore.

Su di un promontorio sul lato orientale dell’insenatura vi sono i ruderi della fortezza e delle mura di Longonas [sic], una città pisana distrutta dagli Aragonesi. Alcuni pensano che questa città fosse la Plubium degli antichi, ma io non trovai niente che mi indicasse che questo fosse lo stesso sito, sebbene, per deduzione, essa si dovrebbe trovare da qualche parte nei dintorni.

 disegno di Michele Guida, coll. archivio comune di Santa Teresa
Rosanna Guspini -  resti del castello
Santa Teresa, il nuovo centro, è formato da poche case ad un solo piano, costruite in granito, salubremente situate vicino all’estremità occidentale, su di una collina notevolmente più alta di quella di Longone. Esso si sta ingrandendo rapidamente, e la sua vicinanza alla Corsica offre agli esuli corsi la possibilità di mantenersi in corrispondenza con i propri parenti. Oltre a ciò, si dice che con un esilio di vent’anni si espii qualunque crimine.
coll. Archivio storico di Santa Teresa
Tutta l’area compresa tra Liscia e questa zona è la continuazione delle deserte distese galluresi di cui ho già parlato, ma che nella loro vegetazione spontanea rivelano ovunque la stessa fertilità; dalle innumerevoli piante aromatiche che «sprigionano la loro fragranza nell’aria desolata» si spandono ad ogni brezza profumi squisiti. […]
by Mr. Hell, mappa del Porto Liscia, 1823
Lasciando Longo Sardo, passiamo oltre l’accidentato promontorio e gli scogli di Monaca [Municca] e procedendo per circa un miglio verso sud-ovest entriamo nella baia di Santa Reparata, formata da un istmo sabbioso che congiunge alla terraferma la densa montagna di granito di Testa Grossa [Capo Testa].
Pattyvi, Flickr - Capo Testa
Sul lato occidentale vi è una piccola cappella dedicata alla santa e sulla vetta più alta una torretta abbandonata, con un accesso molto malagevole, ma che offre una vista bellissima sull’intero stretto di Bonifacio: essa è situata a 41°14’28” latitudine nord e 90°08’15” longitudine est.

Questo promontorio era l’Erebantium Promontorium di Tolomeo, e il suo fianco occidentale è costituito da scogliere fortemente segnate e frastagliate, con rocce che alla base affiorano dall’acqua, comunque molto profonda.

A nord vi è una piccola insenatura, chiamata Cala Spinosa, e vicino ad essa delle cave da cui si estrae della bellissima pietra granulare, da cui si presero le colonne del Pantheon di Roma, il più ammirevole esempio del gusto antico. Cinquanta o sessanta grandi fusti, destinati alla realizzazione di colonne e pilastri, insieme a dei frammenti di un sarcofago, trasportati un tempo verso la spiaggia per essere imbarcati, giacciono ancora vicino alla cappella di Santa Reparata.

by Steffi Franco - Cala Spinosa
Come illuminante esempio della comune ignoranza dei geografi sulla Sardegna non sarà improprio richiamare a questo punto la carta di Le Rouge del 1753, che fu dedicata alla Accademia Reale delle Scienze come «il risultato di dieci anni di zelante applicazione su preziosi manoscritti».

In questa inesatta riproduzione al centro della Gallura è collocata la seguente annotazione: «Qui si vedono le matrici delle colonne del Pantheon», ma sarebbe difficile spiegare come da un posto così interno si potessero trasportare giù fino alla riva del mare le loro enormi masse.

Gianfranco Galleri, wikimapia
Gianfranco Galleri, wikimapia.org

FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI

Disegni, dipinti e litografie dell’800

Philippine de la Marmora, L’antica chiesa di N. Signora nei pressi del capoluogo di Gallura, ca 1854-1856, IN Luigi Piloni, Memorie sulla terra sarda: tempere inedite di Philippine de la Marmora (1854-1856), Cagliari, Fossataro, 1964.

Cartoline e foto di fine ’800 e primi ’900

collezione Mario Scampuddu, Vittorio Ruggero

Foto contemporanee

Antonio Concas – Flickr, Danilo Loriga – Flickr, Gianni Careddu – CC BY-SA 4.0, commons wikimedia, pixabay.com, Aurelio Candido – Flickr

Stefanie Gehrig – Flickr, Marianna Pilo – Flickr, Gianni GDO – Flickr, Riccardo Mura

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